Solare termico ed etichetta energetica: dimensionare l’impianto

Solare termico ed etichetta energetica: dimensionare l’impianto

Il solare termico permette di raggiungere classi energetiche elevate per i sistemi di riscaldamento dell’acqua e degli ambienti, a patto che siano rispettate alcune regole di buona progettazione tra le quali, prima di tutto, un corretto dimensionamento della caldaia convenzionale.

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La nuova etichetta energetica, valida per prodotti destinati al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria, considera anche il solare termico, che rientra nel ‘Lotto 2′ di prodotti (scaldacqua, serbatoi per l’acqua calda e insiemi di scaldacqua e dispositivi solari).

L’influenza di un impianto solare termico sulla classe energetica dipende da numerosi fattori, tra i quali l’efficienza operativa dei collettori, la superficie attiva dell’impianto, il volume e l’efficienza del serbatoio di accumulo, la taglia e l’efficienza dell’impianto convenzionale al quale il solare è abbinato, nonché il consumo dei dispositivi ausiliari.

Un limite dell’attuale normativa, tuttavia, è che, quando le caldaie convenzionali sono sovradimensionate rispetto alle reali esigenze del consumatore, la presenza di un eventuale impianto solare termico aggiuntivo non è particolarmente premiante.

Alcuni esempi

Per un’applicazione residenziale singola, ad esempio, se la caldaia ha una potenza di 20 o 30 kW, soprattutto se la sua efficienza presenta valori elevati, l’adozione di un sistema solare termico, qualunque siano la tecnologia utilizzata, la classe energetica del serbatoio di accumulo e la superficie complessiva dei collettori solari, non cambia in modo sostanziale la classe energetica dell’insieme.

Se, in un’applicazione residenziale, si ipotizza di avere una caldaia a condensazione della potenza di 25 kW, con rendimento stagionale del 97%, un sistema di controllo di classe VI comporta un incremento di efficienza del 4% e, quindi, uno spostamento del sistema dalla classe A a quella superiore, vale a dire A+. Supponendo ora di installare anche un impianto solare con superficie di 10 m2, efficienza pari al 61% e serbatoio di accumulo in classe B con un volume di 0,5 m3, risulta un contributo solare aggiuntivo del 5,1%, che permette di raggiungere una efficienza di insieme del 106,1%. Il sistema, però, resta in classe A+ poiché la classe A++ è molto distanziata e richiede una efficienza complessiva uguale o superiore al 125%.

Consideriamo, come ulteriore esempio, un impianto solare di 16 m2 con 800 litri di accumulo. Con una caldaia da 25 kW, l’incremento di efficienza dovuto al solare è di 8,2% e, arrivando a un’efficienza complessiva di 109,2%, non consente il salto di classe energetica, restando in classe A+. Lo stesso impianto, invece, se accoppiato a una caldaia da 8 kW, porta a un incremento del 25,8% raggiungendo così 126,8% di efficienza complessiva con conseguente promozione alla classe A++.

In conclusione, perciò, per raggiungere una classe energetica A++ o A+++ con un impianto solare termico, è necessario rispettare quest’ordine di priorità:

  • scegliere una caldaia con una potenza adeguata
  • utilizzare una taglia sufficientemente grande per l’impianto solare
  • escludere i collettori scoperti (e, quindi, impiegare solo pannelli vetrati o a tubi sottovuoto)
  • in ultima analisi, impiegare un serbatoio di accumulo caratterizzato da una elevata classe energetica.

Si ricorda che il calcolo dell’etichetta energetica si può effettuare con il tool gratuito realizzato dal progetto europeo LabelpackA+

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